Elaborazione e tenuta contabilità

Redazione delle scritture contabili obbligatorie previste dalla normativa civilistica e fiscale mediante la registrazione dei documenti aventi rilevanza economica consegnati presso il nostro studio. In generale:

Piano dei conti. È il “dizionario di riferimento” di tutte le voci trattate in contabilità generale. Le voci sono organizzate in strutture gerarchiche di tre livelli o più. Le denominazioni più comuni di tali livelli sono mastro/conto/sottoconto o gruppo/conto/sottoconto. L’impostazione del piano dei conti è teoricamente libera, ma in pratica si tende a seguire lo schema di bilancio (vedi sotto), soprattutto per semplificare le operazioni di trasferimento dei valori da mastro a bilancio. Prima della IV direttiva CEE lo schema del piano dei conti seguiva, per ciascun settore, la “pratica comune”.

Primanota. Documento base di prima trascrizione dei movimenti, oggi divenuto quasi virtuale, tuttavia indispensabile per identificare e raggruppare le registrazioni elementari. Infatti il numero e la data di primanota, insieme alla voce di conto, sono le chiavi di identificazione univoca di ogni singola registrazione elementare in dare o avere.

Libro Giornale. Riporta le registrazioni in ordine cronologico. Per ogni registrazione elementare (una riga di prima nota) comprende almeno: data, voce del piano dei conti, descrizione del movimento, importo in dare o avere. È un documento obbligatorio, ma di scarsa importanza gestionale. Il documento cartaceo è costituito da una serie di fogli numerati e bollati.

Libri IVA. Come il giornale, riportano in ordine cronologico tutte le registrazioni che si riferiscono ad un conto/sottoconto IVA. Sono documenti obbligatori, corredati da un Riepilogo a cadenza trimestrale che presenta la situazione creditoria o debitoria dell’azienda.

Mastro. È organizzato con la stessa struttura del piano dei conti. Per ogni voce riporta tutte le registrazioni relative, in due colonne distinte (dare e avere) con il saldo finale al momento della sua elaborazione. Per classi particolari di conti (ad esempio clienti e fornitori) si usa anche il termine partitario.

Bilancio. Riassume il resoconto economico e patrimoniale dell’azienda. È organizzato in 5 sezioni: Stato Patrimoniale – Attivo, Stato Patrimoniale – Passivo, Conti d’Ordine, Conto Economico, Nota Integrativa. Le voci di bilancio sono organizzate in una struttura gerarchica a più livelli (non impossibile raggiungere l’ottavo). Lo schema di base di questa struttura è dettato dal Codice Civile che ha recepito la IV Direttiva CEE. È per tale ragione che viene abitualmente denominato Bilancio CEE.

Consulenza fiscale e tributaria

Assistenza fiscale specifica relativa all’imposizione diretta, indiretta e sostitutiva (IRES, IRAP, IRPEF, IVA, etc). Scelta della strategia fiscale da utilizzare in base alle esigenze del cliente destinata a società, imprese, lavoratori autonomi e privati.

La consulenza tributaria riguarda tutti gli aspetti dell’imposizione, sia per le imposte dirette che indirette, delle imprese individuali, collettive, associazioni ed enti.

Elaborazione del modello Unico e della dichiarazione ICI.

La consulenza fiscale da fornire ad una nuova impresa, oppure ad un’impresa già in attività, è quella riguardante la scelta della forma giuridica (impresa individuale, Snc, Sas, Srl, Associazione, etc.). Da questa scelta discendono una moltitudine di conseguenze importanti, che è meglio valutare molto attentamente. Inoltre, la consulenza fiscale deve suggerire il regime contabile più conveniente, tenendo conto delle caratteristiche dell’impresa. Ci sono diversi regimi contabili (ordinario, semplificato, forfetario etc.) e l’opzione a favore di quello più opportuno fra di essi è di fondamentale rilevanza per l’impresa.
Costruite in questo modo, dopo attenta e ponderata analisi, le basi fiscali dell’impresa, una consulenza fiscale professionale deve saper assistere l’azienda in tutti i momenti della sua vita. Infatti, qualsiasi operazione imprenditoriale ha necessariamente delle conseguenze fiscali (oltre che finanziarie ed economiche) e sta alla consulenza fiscale quantificarne e valutarne gli effetti sulla complessa gestione aziendale.

Consulenza del lavoro

La consulenza del lavoro consiste principalmente nell’elaborazione delle buste paga, nel calcolo dei contributi INPS, dell’autoliquidazione del premio INAIL e delle casse di previdenza, nella predisposizione dei modelli C.U. e della dichiarazione dei sostituti d’imposta, nel calcolo del TFR etc.

Il punto di partenza ottimale per un’attenta consulenza del lavoro consiste nella scelta della forma più conveniente di assunzione, tra le tante possibili attualmente (a tempo indeterminato, determinato, apprendistato, formazione/lavoro, collaborazione, etc.). Questa scelta dipende da molti elementi, quali la dimensione aziendale, la forma giuridica dell’impresa, gli scopi che si vogliono ottenere, il risparmio fiscale e previdenziale, il costo effettivo dello stipendio e tanti altri ancora.

Scelta la forma più efficiente di rapporto da instaurare con il lavoratore, lo studio curerà tutti gli adempimenti burocratici inerenti l’assunzione, le iscrizioni e le comunicazioni da fare ai vari Enti (INPS, INAIL, etc.).

Definita puntualmente l’evoluzione di un rapporto di lavoro, mediante l’esame degli aspetti assicurativi, previdenziali e sociali che esso comporta, lo studio si occupa dell’assistenza e rappresentanza dell’azienda nelle vertenze extragiudiziali (conciliazioni e arbitrati) derivanti dai rapporti di lavoro dipendente e autonomo, dell’assistenza e rappresentanza in sede di contenzioso con gli Istituti Previdenziali, Assicurativi e Ispettivi del Lavoro e della selezione e formazione del personale;

La consulenza del lavoro riguarda anche lo stesso lavoratore, il quale si rivolge allo studio per essere informato dei suoi diritti e dei suoi obblighi, riceve il suo Contratto Collettivo di lavoro ed il regolamento disciplinare. Così come vengono comunicate al lavoratore ed al datore di lavoro le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Aggiornamento normativo

Elaborazione ed invio di aggiornamenti normativi e newsletter in tempo reale. Questo strumento è molto gradito alla clientela poiché permette di visualizzare immediatamente e dalla propria postazione di lavoro tutte le novità in campo fiscale, del lavoro, contabile, finanziario, nonché le varie scadenza che si prospettano nel corso dell’esercizio.

Un efficace e puntuale aggiornamento normativo consente alle aziende di garantire la conformità alle disposizioni di legge e di tutelarsi da potenziali sanzioni e contestazioni da parte delle Autorità di controllo.

Analisi di bilancio

Formazione di bilanci secondo le norme del codice civile, i principi contabili nazionali ed internazionali e le norme fiscali. Analisi di bilancio mediante il calcolo di indici, margini, flussi e rendiconto finanziario allo scopo di programmare e controllare la gestione futura.

L’analisi di bilancio mira a comprendere la gestione economica, finanziaria e patrimoniale di un’azienda tramite lo studio del bilancio di esercizio e dei dati da questo ricavabili. L’analisi può essere di vario genere ad esempio statica, basata sullo studio di indici e dinamica, detta analisi per flussi. Dopo aver riclassificato il bilancio d’esercizio è possibile calcolare una serie di indici che consentono di analizzare:

– La struttura del patrimonio dell’impresa, cioè la composizione delle fonti, degli impieghi e le relative correlazioni; in questo caso si parla di indici strutturali.

– La capacità dell’impresa di essere solvibile nel medio-lungo periodo; in questo caso si parla di indici patrimoniali.

– La capacità dell’impresa di raggiungere e mantenere un equilibrio finanziario nel breve periodo; in tal caso si parla di indici finanziari.

– L’attitudine dell’impresa a conseguire risultati economici positivi nel tempo; in tal caso si parla di indici di redditività.

L’analisi dei flussi di cassa (cash flows) consiste, invece, nell’analisi delle entrate e delle uscite di cassa di un business o una azienda. Lo strumento è essenziale per comprendere la sostenibilità di un business o di una azienda e si tratta di un’analisi di tipo dinamico. Esistono, a riguardo, molteplici definizioni di tecniche di cash flow.

Consulenza finanziaria

La consulenza finanziaria ha per oggetto la pianificazione e il monitoraggio di obiettivi e risorse finanziarie di ogni possibile soggetto economico, che, non essendo in possesso di adeguate competenze e professionalità, si rivolge ad un professionista del settore, il consulente finanziario.

L’attività di consulenza entra nel merito delle singole questioni economiche finanziarie valutando le possibili scelte di investimento e finanziamento e il relativo effetto sull’equilibrio finanziario generale del soggetto economico.

La consulenza può avere ad oggetto:
– il benessere finanziario presente e futuro dell’individuo e della sua famiglia;
– l’equilibrio complessivo dell’azienda e le valutazioni di convenienza nelle scelte di investimento e finanziamento;
– l’eventuale commistione tra i primi due ambiti nel caso dell’imprenditore, ad esempio nella complessità della gestione delle aziende a forte connotazione familiare.

Consulenza amministrativa

Redazione del bilancio d’esercizio e adempimento degli obblighi relativi, quale il deposito al Registro Imprese.

Analisi economica, finanziaria e patrimoniale di bilancio, anche attraverso la redazione di situazioni provvisorie nel corso dell’esercizio. Analisi economico-finanziaria per la realizzazione di investimenti aziendali. Controlli periodici di gestione.

Consulenza contabile periodica presso le aziende che gestiscono internamente la contabilità. Predisposizione del manuale delle procedure amministrative e gestionali dell’azienda.

Predisposizione, redazione, registrazione e gestione dei contratti di affitto ad uso abitazione e/o commerciali.

Consulenza per trattative commerciali di compravendita di aziende o di partecipazioni societarie.

Consulenza societaria e contrattuale

Analisi preliminare per la scelta del tipo di società, stesura della bozza di statuto, studi di fattibilità economica e finanziaria, assistenza per la stipula dell’atto di costituzione, predisposizione dei libri sociali e scelta dell’opportuna organizzazione d’impresa.

Operazioni straordinarie quali trasformazione,fusione, scissione, conferimento, dallo studio di convenienza e fattibilità alla stipula dell’atto notarile e successivi adempimenti. Modifiche statutarie, cessione di quote, recesso, scioglimento. Gestione del passaggio generazionale nelle aziende.

Valutazione di aziende, effettuazione di perizie, due diligence per acquisizione di aziende o di partecipazioni societarie

Consulenza giudiziale

In Italia, ogni volta che il giudice, ai fini della decisione, necessita del giudizio di un esperto data la vertenza del contendere su particolari cognizioni scientifiche, può richiedere l’intervento di un esperto (art. 61 del codice di procedura civile).

Il consulente tecnico d’ufficio (d’ora in poi, per semplicità, CTU) svolge la funzione di Ausiliario del Giudice lavorando per lo stesso in un rapporto strettamente fiduciario nell’ambito delle rigide e precise competenze definite dal Codice di procedura civile. Scopo del Consulente è quello di rispondere in maniera puntuale e precisa ai quesiti che il Giudice formula nell’udienza di conferimento dell’incarico e di relazionarne i risultati nell’elaborato peritale che prende il nome di Consulenza Tecnica d’Ufficio.

La consulenza giudiziaria può anche prevedere l’intervento di altri professionisti che svolgono la propria opera non tanto per il giudice quanto per le parti in causa: il loro ruolo è detto consulente di parte (CTP). Il consulente tecnico di parte non è altro che un libero professionista, di regola operante in un determinato campo tecnico/scientifico, al quale una parte in causa -attuale o potenziale- conferisce un incarico peritale in quanto ritiene l’incaricato esperto in uno specifico settore. In sostanza se un soggetto è coinvolto in una causa pendente o intende intraprenderne una (il caso dell’accertamento tecnico preventivo)- incarica una persona di propria fiducia (il consulente di parte appunto) affinché questa affianchi il consulente tecnico nominato dal giudice nell’esecuzione del suo incarico e svolga le proprie osservazioni a supporto o critica del risultato al quale il perito del giudice sarà giunto.

L’art. 201 c.p.c. prevede che:

«Il giudice istruttore, con l’ordinanza di nomina del consulente, assegna alle parti un termine entro il quale possono nominare, con dichiarazione ricevuta dal cancelliere, un loro consulente tecnico. Il consulente della parte, oltre ad assistere a norma dell’articolo 194 alle operazioni del consulente del giudice, partecipa all’udienza e alla camera di consiglio ogni volta che vi interviene il consulente del giudice, per chiarire e svolgere, con l’autorizzazione del presidente, le sue osservazioni sui risultati delle indagini tecniche».

In questo modo ciascuna parte in causa, di fronte alla nomina di un ausiliario tecnico da parte del giudice (il CTU infatti aiuta il giudicante nella risoluzione di problemi tecnico/scientifici ai fini della decisione della controversia), può essere difesa in modo appropriato in ragione della specificità delle osservazioni che il CTU, auspicabilmente, porterà all’attenzione dell’organo giudicante.

Contenzioso tributario

Rappresentanza in caso di ricorsi tributari. Il contenzioso tributario è il procedimento giurisdizionale che ha ad oggetto controversie di natura tributaria tra il contribuente e l’amministrazione. È regolato dal D.Lgs. 546 del 31 dicembre 1992, oltre che dal codice di procedura civile. Oggetto del processo è l’atto dell’Ammministrazione Finanziaria impugnato dal contribuente. È noto che l’Amministrazione può emettere atti vincolanti per il contribuente, se non tempestivamente impugnati, senza dover ricorrere all’Autorità Giudiziaria. È sempre il contribuente, che qualora ritenga viziati tali atti, può chiedere alla commissione tributaria di annullarli.

Mediazione civile

La mediazione civile (oppure mediazione civile e commerciale, secondo la definizione della Unione europea che ne ha richiesto l’adozione sin dal 2008) è un istituto giuridico italiano introdotto con il Decreto Legislativo n. 28 del 4 marzo 2010[1], per la composizione dei conflitti tra soggetti privati relativi a diritti disponibili. L’istituto è finalizzato alla deflazione del sistema giudiziario italiano rispetto al carico degli arretrati e al rischio di accumulare nuovo ritardo. Esso, infatti, rappresenta uno dei pilastri fondamentali della riforma del processo civile.

La mediazione civile ha lo scopo di far addivenire le parti ad una conciliazione attraverso l’opera di un mediatore, vale a dire un soggetto professionale, qualificato e terzo che aiuti le parti in conflitto a comporre una controversia. Il mediatore assiste le parti nella ricerca di una composizione non giudiziale del problema senza attribuire ragioni e torti.
Il compito principale del mediatore (organismo pubblico o privato controllato dal Ministero della Giustizia) è quello di condurre le parti all’accordo amichevole. Soltanto in caso contrario, egli può proporre alle parti una soluzione della controversia.

Il decreto legislativo distingue nettamente l’istituto della mediazione civile da altre forme di conciliazione già esistenti nell’ordinamento giuridico italiano. L’atto, infatti, dispone che per mediazione civile debba intendersi l’attività finalizzata alla composizione di una controversia e che, invece, la conciliazione sia il mero risultato di tale attività. Tale distinzione è stata ben evidenziata per sottolineare il fatto che la mediazione civile, rispetto a precedenti istituti finalizzati alla composizione dei conflitti, sia uno strumento innovativo di portata generale riguardante tutte le controversie civili e commerciali.

Finanza agevolata

Per finanza agevolata si intende l’insieme degli investimenti a favore delle imprese, che agevolano lo sviluppo di progetti in termini di copertura del fabbisogno finanziario, affiancando l’impresa durante tutte le fasi necessarie per l’ottenimento delle agevolazioni, siano esse comunitarie, nazionali o regionali.

Lo studio rende edotta la propria clientela su qualsiasi strumento che il legislatore mette a disposizione delle imprese in termini di “vantaggio competitivo” che si può esprimere in termini economici, incidendo positivamente sullo sviluppo aziendale, ristrutturando e rilanciando le imprese.

Consulenza bancaria e creditizia

La consulenza offerta dallo Studio nel delicato e vitale settore della finanza aziendale, ha come obiettivo quello di pianificare il fabbisogno finanziario di breve e di lungo periodo, costruendo una strategia finanziaria adeguata alle caratteristiche ed agli obiettivi di ogni singola Azienda, in grado di garantire la capacità dell’impresa di mantenere in equilibrio le entrate con le uscite (fonti ed impieghi) senza compromettere l’andamento economico.

A tal fine lo Studio assiste l’impresa nelle seguenti fasi:

– scelta degli strumenti finanziari esistenti sul mercato;

– controllo della struttura finanziaria aziendale esistente;

– gestione della tesoreria (cash management) con la finalità di ridurre il più possibile gli oneri finanziari connessi a carenze di liquidità ed a promuovere la crescita dei proventi finanziari derivanti da investimenti di eventuali surplus di liquidità;

– previsione dei flussi finanziari (movimenti nella cassa e nei c/c bancari) per accertare che entrate ed uscite si manifestino secondo una successione equilibrata, in modo da non creare all’Impresa problemi di mancanza di liquidità;

– gestione dei rapporti con gli Istituti di Credito.

Corsi di formazione

Organizzazione di corsi di formazione ed aggiornamento sulla principali normative nazionali e regionali, soprattutto in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Elaborazione Business Plan

Il business plan è un progetto dettagliato, che prende in esame tutte le aree di attività di un’impresa. E’ una sorta di carta d’identità dell’azienda, attraverso la quale si mettono per iscritto tutte le componenti di un piano imprenditoriale: dall’analisi di mercato al progetto finanziario, dal marketing alla gestione delle risorse umane. Più è dettagliato, più agevola i rapporti dei neo-imprenditori con gli istituti di credito. Ma le sue funzioni vanno oltre a quella di semplice biglietto da visita della società, per ottenere finanziamenti pubblici o privati. Un business plan ben fatto serve per capire i problemi che si dovranno affrontare e gli strumenti a disposizione per farlo. Preparare il business plan richiede tempo e dedizione. Non si tratta di una semplice descrizione dell’attività che si intende avviare, né di un promemoria sulle principali spese da sostenere e sui fornitori da contattare. Il business plan è un progetto dettagliato, che getta le fondamenta della nuova impresa e le garantisce maggiori probabilità di sopravvivenza.